Oggi il mestiere di guida, da come lo abbiamo visto nei passi della
mostra, è profondamente cambiato.
A quei tempi le guide erano esclusivamente dei locali, dotati di
capacità e istinto propri, derivati dal fatto di essere nati e cresciuti
in mezzo ai monti, senza grande cognizione di cosa fossero le città ed
il mondo borghese, bacino da cui provenivano i loro clienti. Spinti
dalle necessità e solo in seguito anche dalla passione, si prestavano
nell'accompagnare e servire i “ Signori”, considerando che soprattutto
all'inizio, non ne comprendevano neanche le motivazioni.
Successivamente alla nascita del Club Alpino Italiano, si creò una prima
organizzazione delle Guide, dislocate per vallate o gruppo montuoso, in
quanto indispensabili agli alpinisti.
Nei tempi odierni l'attività è diventata qualificata e professionale. Le
Guide Alpine diventano tali dopo una serie di corsi ed esami pianificati
a livello internazionale, sono formati e preparati all'accompagnamento
in montagna, all'insegnamento delle tecniche alpinistiche,
scialpinistiche e dell'arrampicata….
Attorno al gruppo degli Ambin, vivono e lavorano diverse guide, che
esercitano la professione come i loro antenati, in modo più moderno e
acculturato, ma comunque spinti dagli stessi motivi e dalle stesse
necessità.
Con l'evoluzione dell'informazione e delle tecniche, gli alpinisti hanno
dimenticato il gruppo d’Ambin, in quanto l'alpinismo moderno si è
evoluto verso un tecnicismo esasperato, seguendo le immagini proposte
dai media più forti e inseguendo solo quello che meglio veniva promosso.
A nostro avviso, perdendo di vista i valori dell'alpinismo classico,
l'identità culturale, l'amore per il proprio territorio.
Allo stesso modo le guide, sia per necessità che per omologazione,
seguono le stesse strade e fanno la coda sul Monte Bianco, si affollano
sul Cervino, si scavalcano sulle Crode Dolomitiche…
Il dovere delle guide oggi, è a parer nostro, si quello di scalare le
montagne più belle del mondo in compagnia dei propri clienti, ma
soprattutto quello di ritornare ideologicamente indietro, per
valorizzare sempre e di più, il proprio territorio, comunicando che non
sono solo le cime più importanti e conosciute a determinare la gloria e
la fama dell'alpinista. Addirittura oggigiorno è molto più probabile
trovare avventura e soddisfazioni nei gruppi minori e dimenticati
piuttosto che salire il Monte Rosa in colonne da 200 persone.
Il gruppo degli Ambin, si annovera sicuramente tra quegli spazi dove
l'alta montagna ha un sapore di vero e antico non inquinata dalla
eccessiva modernizzazione, dove l'alpinista può ideologicamente
ritrovare i valori di un tempo, camminare, scalare o sciare in sintonia
con l'ambiente quasi incontaminato dell'alta montagna.
( Da: "Alpinismo storico nel Massiccio
Ambin" - Pier Mattiel / Marco Rey - Gen. 2006 ) |